Gabicce Mare - Gradara - Mombaroccio - Pesaro
  • Fontana Piazza del Popolo
 

Comune di Gabicce Mare

Gabicce Mare, porta d'ingresso a nord della Regione Marche, ha una conformazione geografica inconfondibile: è una baia incastonata fra il mare e le pendici del promontorio del Parco Naturale del Monte San Bartolo. Il suo territorio è ricco di bellezze: dalla terrazza naturale di Gabicce Monte lo sguardo può spaziare sull'ampio golfo che, di giorno e di sera, offre uno spettacolo mozzafiato. I sentieri collinari fioriti di ginestre tracciano un paesaggio dall'aspetto incontamimato fra le falesie a strapiombo sul mare che nascondono piccole insenature come il noto porticciolo turistico di Baia Vallugola.
La spiaggia di sabbia fine, Bandiera Blu dal 1987, con i suoi circa 40 stabilimenti balneari, è fra le più attrezzate della costa marchigiana, grazie agli eccellenti servizi di accoglianza adatti per il relax e l'intrattenimento dei turisti in vacanza e in particolare delle famiglie con bambini.Gabicce Mare è rinomata per l'ottima gestione dell'ospitalità alberghiera e per la ristorazione. Le sue strutture ricettive (ne conta circa 100, tutte a ridosso del mare) offrono i migliori standard qualitativi con servizi curati e l'ottima cucina. La ristorazione è rinomata per il prestigio dei suoi ristoranti raffinati ed eleganti, specializzati nella cucina di pesce accompagnata dall'ottimo vino delle colline circostanti e dell'entroterra.

Visita il sito istituzionale del Comune di Gabicce Mare

 

Comune di Gradara

La Rocca di Gradara e il suo Borgo Fortificato rappresentano una delle strutture medioevali meglio conservate d’Italia e le due cinte murarie che proteggono la Fortezza, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, la rendono anche una delle più imponenti.
Il Castello sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare e il mastio, il torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l’intera vallata.

La fortunata posizione di Gradara la rende, fin dai tempi antichi, un crocevia di traffici e genti: durante il medioevo la Fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie dello Stato Pontificio e le turbolente Casate marchigiane e romagnole, mentre ai nostri giorni, grazie alla vicinanza dal mare, si trova subito nell’entroterra di una delle principali mete turistiche dell’Italia, la Riviera Marchigiano-Romagnola.

Visita il sito istituzionale del Comune di Gradara

 

Comune di Mombaroccio

L'origine di Mombaroccio non è stata ancora esattamente individuata, così come il nome, che la tradizione popolare attribuisce a "biroccio", il mezzo di trasporto più usato in passato.
L'origine si fa risalire comunque al XIII secolo e si collega ad un fenomeno di sinecismo, cioè alla fusione di vari castelli e ville.
Certo è che la vicenda storica di questo territorio si iscrisse per intero nella storia del contado pesarese: Monte Baroccio (nome usato fino al XVIII sec.), come tutti gli altri castelli del contado, dipese strettamente dalla città di Pesaro, nella quale erano insediati i Malatesta.
Certamente il periodo Malatestiano segnò definitivamente l'assetto urbano di Mombaroccio con la costruzione delle mura fortificate esterne all'abitato, che ancora oggi si presentano in gran parte ben conservate, ed alle quali appartiene il nucleo più antico della splendida Porta Maggiore. La successione degli Sforza ai Malatesta, avvenuta nel 1445 dopo centosessanta anni di signoria, coincise praticamente con la introduzione in loco delle prime armi da fuoco, evento che provocò una radicale trasformazione delle strategie d'offesa e di difesa e conseguentemente delle tecniche fortificatorie.
I principali interventi in questo senso avvennero nella seconda metà del secolo ad opera proprio degli Sforza. Nel 1543, la decisione ducale di liberare questa comunità dalla soggezione alla città Pesarese, subinfeudandola ad uno dei suoi cortigiani più cari e meritevoli, il signor Ranieri dei marchesi Del Monte, ebbe effetti liberatori e benefici. I Del Monte era una grande famiglia e la loro contea -poi marchesato- di Monte Baroccio doveva contribuire al mantenimento del loro rango, ma ne riceveva anche i riflessi benefici. Quando Ranieri II muore, il successore Franceso Maria nel 1631 cedette il Ducato allo Stato Pontificio e Monte Baroccio tornò sotto l'immediato dominio della Chiesa. Fu, forse, il periodo di maggiore originalità e vitalità della storia del paese, caratterizzato dalla chiara consapevolezza della centralità del problema dell'autonomia e dalla capacità di esprimere nel ceto dirigente la preparazione giuridico-amministrativa per affrontarlo e in tutto il corpo sociale la volontà di far fronte comune e una forte solidarietà. Nel periodo napoleonico quest'ordine e questi equilibri (per altri versi inadeguati ed iniqui), vennero scardinati: le più cospicui famiglie si estinsero (Barocci) o decaddero rovinosamente (Giammartini). Quel che restò dell'asse ereditario dei Del Monte si disperse e il patrimonio ecclesiastico venne scompaginato. Nuovi equilibri si crearono negli anni della Restaurazione, nuovi slanci si manifestarono negli anni del Risorgimento e nei primi decenni postunitari. Non riuscirono tuttavia a consolidarsi per affrontare adeguatamente la crisi di fine '800 e soprattutto gli sconvolgimenti dell'ultimo dopoguerra.

Visita il sito istituzionale del Comune di Mombaroccio

 

Comune di Pesaro

Il nome della città (dal latino Pisaurum) sembra derivi dall’antico nome del fiume Foglia: Isaurus o Pisaurus. Le sue origini sono antichissime: si pensa che i primi ad edificare qui siano stati i Siculi. Si trovano poi insediamenti di Umbri-Piceni, Etruschi e Galli Senoni fino al 184 a.C., quando Pesaro diventa la colonia romana Giulia Felice. Caduto l’Impero Romano d’Occidente (476.d.C.), subisce le invasioni dei Goti. Dopo l’incendio della città, nel 544 torna all’Impero Romano d’Oriente.

Durante la dominazione bizantina partecipa alla Pentapoli marittima con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona. Liutprando re dei Longobardi la conquista e la fa governare fino al 752 quando torna sotto l’esarcato di Ravenna.
Tre anni dopo passa sotto il dominio di Pipino, re dei Franchi, che la cede al pontefice Stefano III. La donazione viene confermata da Carlo Magno nel 774, dando inizio alla plurisecolare appartenenza della città ai domini papali.
Divenuta un fiorente Comune nella prima metà del XII secolo, viene coinvolta nelle lotte tra Papato e Impero.

E’ sotto la Signoria dei Malatesta dal 1286 al 1445 quando viene venduta a Francesco Sforza duca di Milano, con il patto di cederla al fratello Alessandro.
A quest’ultimo succede il figlio Costanzo, poi Giovanni Sforza, marito di Lucrezia Borgia. Dopo il breve regno (1500-1503) di Cesare Borgia, Giovanni Sforza riprende la città fino al 1512, quando subentrano i Della Rovere con il duca di Urbino Francesco Maria I, colui che inizia l’allargamento delle mura.
Il successore Francesco Maria abdica nel 1626 e cede alla Chiesa il ducato di Pesaro e Urbino. Il dominio della Chiesa termina l’11 settembre 1860, quando il generale Cialdini la occupa annettendola al regno di Sardegna sotto Vittorio Emanuele II.

Da allora Pesaro ha seguito le vicende dello stato italiano: le due guerre e la dominazione tedesca, la ricostruzione dopo il 1945, l’industrializzazione e il boom economico. Nei secoli la città ha allargato il perimetro a pianta rettangolare delimitato originariamente dalle mura romane, il cui cardo massimo (le attuali via S. Francesco e corso XI Settembre) faceva parte dell’antica via Flaminia. La città comincia ad espandersi sotto gli Sforza e i Della Rovere che la abbelliscono con edifici sontuosi - come il Palazzo Ducale e Villa Imperiale -, ne allargano le mura e sistemano il porto, trasferendolo dalla foce del Foglia all’attuale sede. Distrutta per gran parte nella seconda guerra mondiale, viene ricostruita e si espande sempre più fino ad assumere l’aspetto dei giorni nostri.

Visita il sito istituzionale del Comune di Pesaro

 

 
Unione dei Comuni del San Bartolo e del Foglia, Piazza del Popolo, 1 - 61121 Pesaro (PU) - PEC: unionecomuni.sanbartolofoglia@emarche.it - C.F. e P.Iva: 02584910414 .
Credits - Cookie policy -  Copyright © 2015-2024 - [id]